Il 6 giugno scorso è entrato in vigore l'obbligo della fattura elettronica verso la Pubblica Amministrazione. Sono scaduti anche i tre mesi di transizione e adesso la Pubblica Amministrazione non pagherà più i fornitori che presentano il conto delle loro prestazioni attraverso fatture cartacee.
Ministeri, agenzie fiscali ed enti di previdenza a livello nazionale: 18mila uffici sono coinvolti dalla misura che sarà estesa ai restanti enti nazionali e alle amministrazioni locali a partire dal 31 marzo 2015.
L'Agenzia delle Entrate non ha fornito deroghe: dopo l’entrata in vigore dell'obbligo di fatturazione elettronica verso le Pa, queste "non potranno procedere al pagamento, neppure parziale, fino all’invio del documento in forma elettronica".
Gli obiettivi della fatturazione elettronica? Eliminazione graduale di tutti i supporti cartacei, digitalizzazione della documentazione amministrativa e contabile, riduzione dei ritardi dell’invio della fattura all'amministrazione a mezzo posta.
È stata data facoltà alle amministrazioni di completare il pagamento delle fatture con data antecedente il 6 giugno o recapitate entro il 6 settembre. Non è necessario, in questo caso, rifare una fattura elettronica.
Come stanno reagendo i fornitori? I report dell'Agenzia delle Entrate mostrano per l'intero mese di luglio il ricevimento di 197mila fatture, in netta crescita rispetto alle 43mila arrivate dal 6 al 30 giugno. È migliorata anche la precisione di chi invia la fattura: a giugno ne sono state scartate per vizi di forma oltre 17mila, quasi il 40%, mentre a luglio ci si è fermati al 26,5%.
L'Agenzia delle Entrate nella circolare n. 18/E del 24 giugno 2014 chiarisce che si può considerare fattura elettronica anche quella cartacea trasformata in pdf e inviata per email. Non soddisfano il requisito quelle create tramite un software di contabilità ma spedite per posta.
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